11 agosto 2006

Sono nervosa.
Sono innamorata di te e di te gelosa,
mi muovo a ritroso
pronta a scappare.

Poi te vedo e per te piango,
perché amare chi non t'ama
è come morire senza essere nati.

Mi vesto di nuvole e vento,
di notte, luna e stelle
per essere eterea
e da te amata.
Indosso la maschera e ti catturo
ma poi
conscia di me
guardo al futuro
e mi vedo sola, stanca, sul letto;
il tuo posto è vuoto.

Il computer è spento.
Tu bevi un bicchiere di non so bene cosa.
Ma non è caffè,
non sento l'aroma
che vorrei sentire
e che mi ristora.

Riporta in mente
quelle sere di Giugno:
la mia amica ed io sedute a parlare.
Latte e caffè, sigaretta.
E potevamo non mangiare, avevamo noi stesse
e il mondo irreale
di cui parlare.
I cavalieri
di cui conversare
e per cui morire

a poco a poco
attimo dopo attimo.

Mi muovo a ritroso,
ti avvicini e mi catturi,
ma io fuggo e rifuggo,
poi fuggi anche tu.

Ché in amore, si dice, la vince chi scappa.

Ed io e te scappiamo
non so da cosa,
da una forte felicità
che ci prenderebbe i sensi.

Ché io e te scappiamo
e non si faranno progetti,
il lungo termine non conosciamo.
Solo il tempo che fugge e
l'attimo che deve essere catturato.

Cosa aspettiamo?
Mi muovo a ritroso e fuggo.
Scappo e volo da te.
Ti ritrovo ogni notte, da un po' di tempo
per un attimo che par d'infinito.

Tu mi percepisci, vento?

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