13 ottobre 2006

Mi prendeva per mano e mi accompagnava nella stanza da letto che dividevi con tua sorella.
Tu non eri molto socievole, tendenzialmente acido, eri esattamente la copia di quello che sei diventato adesso.
Mi faceva sedere sul tuo letto e io ascoltavo i vostri discorsi da grandi quindicenni; tu mi ignoravi mentre lui aveva sempre mille attenzioni per me.
Ricordo che tua sorella aveva solo qualche anno più di me ma era una bambina triste: i capelli lunghi neri incorniciavano quell'incarnato olivastro, un viso troppo magro per essere reale, e gli occhi sempre sfuggenti.
Tuo padre tornava la sera tardi, dopo una giornata di lavoro in fabbrica...
Tua madre non vi poteva nemmeno guardare: eravate due, parte di un trio ormai spezzato. L'esaurimento nervoso la stava uccidendo e uccideva voi, cresciuti soli, senza una famiglia.

Non ho più visto tua sorella.
Vedo sempre te.
Mi chiedo se il tuo atteggiamento sia una sorta di copertura alla fragilità che ti porti addosso come un macigno da quando eri poco più che bambino, o se davvero sei così ignorante e pieno di te.
Io ho visto i tuoi occhi. Non me la conti giusta: so quello che c'è dietro e il vissuto.
Non puoi darti le colpe di quello che è successo, non puoi pensare"vorrei essere stato io al posto suo".

Tu sei qui.
Vivitela.

4 commenti:

Mauro R. ha detto...

A volte delle persone per nascondere se stessi, simulano dei comportamenti inspiegabili...assurdi...
...
Ma mettendomi nei loro panni, a volte, quasi li capisco...quasi li giustifico...anche se di certo tu sai , da persona esterna, che non è quella la soluzione alle cose.

Ciò che è stato...è stato e mai cambierà e mai potrai far niente per cambiarlo:
"ora sei qui, vivitela".

Donna del Mare ha detto...

Vedi..
Talvolta la gente ha modo di reagire alle prorie disgrazie (o quele familiari) isolandosi.
Talvolta ci si finge invece grandi uomini, quasi,come dire, birbantelli, addirittura simpatici, però poi viene a vivificarsi la parte preponderante del sè.
La poca stima di se stessi Il sentirsi in colpa per quel che è accaduta agli altri. O dare la colpa agli altri per quel che accade a se stessi.

La persona di cui parlo,purtroppo, incarna tutte queste cose.
Non è cattivo, ma la sua acidità è chiaro segno di debolezza.

Toma las redes de tu vida! AHORA!

Mauro R. ha detto...

Sì... vagli a far capire tutto questo...
...vagli a far capire l'inutilità di un simile atteggiamento...
...vagli a far capire che delle volte si superano delle debolezze solamente riconoscendole a noi stessi...e non aggirandoli con comportamenti che non sono nostri...

Difficile.

Donna del Mare ha detto...

muy dificil, muy dificil si!
Pero..creo que, en verdad, la persona de quien estoy hablando (Y la de quien no)no puede cambiar.
Es tonta.
Simplemente.

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