17 maggio 2006

Cavaliere inesistente- parte 2. Lui.

Il cavaliere inesistente s'è svegliato,
ha aperto gli occhi in questa soleggiata mattina.
Milano risplende di luce improvvisata
circondata da alone grigio di asfalto.

Il cavaliere inesistente s'è svegliato,
ha poggiato la mano sul cuscino
ma lei se n'era andata,
voltando pagine di un quotidiano ormai ingiallito.

Ti sei mai chiesto,cavaliere,
se le parole da te mai dette erano comunque state percepite?

L'ho incontrata, sai,
e vagava dentro se stessa
per espiare le proprie colpe,
d'aver amato chi non l'amava,
d'aver meritato l'ingiustizia di vita.

L'ho vista, sai, cavaliere,
si dondolava in una vecchia litania
per dimenticare la voce dei sogni.
Là t'aveva accolto e fatto sua, cavaliere,
e questo non hai saputo cogliere.
Solo frasi di pietà e dolcezza,cogli,
null'altro,in te, penetra.
Tu non permetti.
Tu alludi e illudi,cavaliere.

Il cavaliere inesistente s'è svegliato
e la luce del mattino
gli ha rischiarato gli occhi albini
e il volto rubicante.
S'è sgranchito le gambe di roccia
e ha preparato la colazione per due.

Per lei non avevi mai avuto un tale gesto di cortesia, cavaliere.

Il cavaliere ha accorciato i tempi di marcia.
Ha compreso, per una volta, che la risoluzione stava nella coscienza
e che nella coscienza per troppo poco tempo aveva riposto se stesso.

Ha studiato, il cavaliere s'è sforzato.
Ma l'orgoglio vince sempre, su di lui.
Sempre è stato e sempre sarà vittima in balia di se stesso,
di un cervello troppo poco razionale,
incapace di comprendere le mani che verso lui si tendono,
per salvarlo, per cullarlo.

L'ho incontrata, cavaliere,
e dopo tanto vagare
brillava di luce nuova,
nuova consapevolezza e amore puro.
T'ha amato,cavaliere.
T'ha amato come una madre ama un figlio,
di quell'amore puro che sa trascendere ogni aspetto
ogni fisionomia, fisiologia
ogni errata turba.

L'ho incontrata, cavaliere,
e m'ha sorriso, dopo tanto spasimo.
Ti ama, cavaliere,
ma non è più disponibile ad incontri
frugali e fugaci,
ad un amore vissuto a metà
per paura di spiccare un volo troppo alto.

Il cavaliere inesistente ha aperto la finestra;
non ha goticamente deciso di buttarsi giù,
voleva solo respirare l'aria di quei fiori dai lei piantati
e che lui per lei non ha mai colto alla luce della luna.
La leonina bocca di Francia ha avuto un sussulto.

Per lei non avevi mai sussultato,
con lei non aveva sognato pindarico volo,
solo ruggito e mostrato i denti.

Il cavaliere ha sospirato,
s'è seduto, con la testa fra le mani.
No, non fingere cavaliere,
tu non sai piangere,
tu non sei degno di piangere.

Ognuno colga ciò che ha seminato,
e subisca la vendetta dolce e amara
di un destino segnato da se stesso
e non da un presunto perchè.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Donna Del Mare...

...Non ho parole!

Non c'è aggettivo indicato per descrivere la bellezza di questi due scritti.

°°°Batik°°°

Donna del Mare ha detto...

Grazie! Sei molto carina!

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