Fecondo volto,
in saliscendi orgiastico,
di parole più che suoni,
di nevrosi più che gesti,
hai scorto.

Fecondo tremore di mani
che porgono attente
i segni d'intrepida attesa.

Il giardino è rigoglioso
e non v'è spazio per nuovi fiori.

Credevi ci fosse, per te?

Il terreno è fecondo solo per chi con umiltà
giudica senza offesa!

Se non t'è chiaro
il bene, il male,
dicotomia e antinomia,
io ti spiegherò.

E' bene appoggiare le tue scelte
ed elogiare le tue opere.
E' male concedermi
e soffrire per te.

Lo sai che l'inferno è speculum vitae?
L'inferno e il paradiso
sono due facce della stessa medaglia,
e anche nei sette cerchi vi è il bene,
e nel paradiso il male vive.

Se dico che amo
significa che sono capace di odiare
l'oggetto e il soggetto amati
o, peggio, provare indifferenza
verso chi
scaglia la pietra contro me
per paura di dire il vero e creare entropia.

Io sono entropia.
Tu vedi cosa succede
quando entro nell'altrui spazio vitale.

E' bene quando dici il vero, pensandolo,
pur sapendo di ferire.
E' male quando ferisci.

Sai che non sono uno specchio.
Io non posso riflettere i colpi inferti
da chi vorrei mostrasse orgoglio
e facesse tesoro
di una dedica mai divulgata.

Perchè pensavo a te,
nel bene e nel male.