che mi permettono di amare questa città.
Stamane mi sono svegliata accecata da un raggio di luce che penetrava attraverso le persiane. Ho detto "C'è il sole!" e Marco, sorridendo, mi ha messo il cuscino sulla faccia dicendomi" è un incubo!".
Allora mi sono alzata, colazione, e ora spalanco la finestra e mi prendo il sole sugli occhi, sulla bocca, sui capelli, sulle mani.
E dopo mi sentirò meglio, sarò ancora più felice e serena..
Oggi è giorno di giapponese.
E il giapponese di fiducia è situato dall'altra parte di Milano.. E dall'altra parte di Milano c'è anche il Parco Nord.
Ecco, io voglio andare a camminare al parco.
Che schifo, quando ero piccola io si andava in campagna, nell'orto di Zio Carlo (che era un terreno minuscolo ma per noi era La Valle degli Orti), in pineta- quella con davanti la spiaggia e il mare meraviglioso di PortoPino.
Boh,qui si va al parco. Che poi è tutto artificiale.
Ok anche la pineta dietro casa mia è artificiala, made by Mussolini,ma che devo dire? E' più rustica.
Il parco Nord è troppo bello per essere vero.. vabeh.
Ok, quello ho, mi accontento.
E bastaaaaa!
E così, c'è il sole.
E io godo.
Qualcuno ieri a pensato a me e ha deciso di regalarmene un po'.
Grazie, qualsiasi sardo sia stato si merita il mio profondo rispetto.
Ode al suo aroma di P. Neruda
Mia dolce, di che profumi,
di quale frutto,
di quale stella, di quale foglia?
Vicino
alla tua piccola orecchia
o sulla tua fronte
mi chino,
inchiodo
il naso tra i capelli
e il sorriso
cercando, conoscendo
l'origine del tuo aroma:
è dolce, ma
non è fiore, non è la pugnalata
del garofano penetrante
o impetuoso aroma
di violenti
gelsomini,
è qualcosa, è terra,
è
aria,
legna o mele,
odore
della luce sulla pelle,
aroma
della foglia
dell'albero
della vita
con polvere
di strada
e freschezza
di ombra mattutina
nelle radici,
odore di pietra e fiume,
ma
più simile
a una pesca,
al tiepido
pulsare segreto
del sangue,
odore
di casa pulita
e di cascata,
fragranza
di colomba
e chioma,
aroma
della mia mano
che ha percorso la luna
del tuo corpo,
le stelle
della tua pelle stellata,
l'oro,
il grano,
il pane del tuo contatto,
e lì,
nella longitudine
della tua luce folle,
nella tua circonferenza di giara,
nella coppa,
negli occhi dei tuoi seni,
tra le tue grandi palpebre
e la tua bocca di schiuma,
in tutto
lasciò,
lasciò la mia mano
odore d'inchiostro e selva,
sangue e frutti perduti,
fragranza
di pianeti dimenticati,
di pure
carte vegetali,
lì
il mio stesso corpo
immerso
nella freschezza del tuo amore, amata,
come in una sorgente
o nel suono
di un campanile
lassù
tra l'odore dei cielo
e il volo
degli ultimi uccelli,
amore,
odore,
parola
della tua pelle, della lingua
della notte nella tua notte,
del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore
sale
il tuo aroma
come dalla terra
la luce fino alla cima del ciliegio:
nella tua pelle io trattengo
il tuo battito
e aspiro
l'onda di luce che sale,
la frutta immersa
nella sua fragranza,
la notte che respiri,
il sangue che percorre
la tua bellezza
fino ad arrivare al bacio
che mi aspetta
sulla tua bocca.
2 commenti:
E vai Rob! Goditelo un po' pure per me! Bacio
(Ti capisco troppo, un raggio di sole può cambarmi completamente la giornata)
Visto che arrivano io continuo a spedire allora, qui oggi di sole ce n'è davvero tanto. Te ne mando un po' per fare la scorta! Un bacione.
Ps: stupenda la poesia.
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