17 aprile 2006

Pasquetta

Ho molti ricordi di questa spiaggia, seppur distante da casa mia.
Di solito, per il giorno di Pasquetta, ci ri riuniva tutti, si cucinava come dei disperati, come se fosse l'unico giorno dell'anno in cui fosse lecito mangiare, zaino in spalla, chitarra a tracolla e bottiglia alla mano si andava in spiaggia. Il viaggio era lungo, un'ora circa di macchina,ma era bello, bellissimo stare tutti insieme.
Si stava in spiaggia fin la sera tardi, e durante la giornata, se non faceva troppo freddo, noi donne restavamo in costume da bagno ad abbronzarci.

In Sardegna il sole abbronza anche in inverno.
Qui a Milano, non ti abbronza nemmeno d'estate, ed è per questo che sono costretta anche io a farmi la lampada epr non tornare a casa come una "milanese mozzarella in vacanza"

Poi troppe cose sono cambiate.
Prima è emigrato il "trio", che tornava ad ogni festa comandata. Poi è emigrato mio fratello. poi Luca. Poi Simone. Poi lei, la mia acerrima nemica. Infine io.

E' da tre anni che vivo a Milano e sono 3 anni che trascorro qui la Pasqua.
Ogni capodanno dico al mio fidanzato "quest'anno a pasqua torniamo giù" (dove "giù" sta per Sardegna) poi però, ragionandoci su, 130 euro per 3 giorni, lui che lavora, sarebbe meglio non li spendesse, e io resto qui con lui.
Ma devo fargli provare cosa significa trascorrere la pasquetta in Sardegna, tra vino, mirto fatto in casa, fil'e ferru (la nostra grappina di cui mi scolerei bottiglie intere senza sentire effetti), porceddu e lasagne (anche ravioli).
La Pasquetta immersa nel verde di paesaggi remoti e incontaminati.

E' bellissimo, mi manca molto.

Per 2 lunghi anni ho anche trascorso il ferragosto a Milano.
E vi posso assicurare che non si tratta di una esperienza eccitante: è la mia morte.




Everything Changes.
Io però nella mia vita voglio dei punti saldi e stabili.
Voglio sapere di poter tornare a casa, in Sardegna, e uscire coi miei amici come se fosse passato un solo giorno dall'ultima volta.

Io dico sempre "casa" quando parlo di Sardegna, però lei non è più casa mia.

Io vivo qui a Milano, e per qualche mese ho anche vissuto da sola, completamente da sola (avevo 21 anni) prima che il mio fidanzato decidesse che " Si, l'anello di fidanzamento non te lo regalo perchè è un gesto impegnativo, però vengo a vivere con te"- mister contraddizione.
Era bello vivere da sola, era ormai Maggio e cominciavano così i mesi in cui odiavo e amavo Milano, allo stesso tempo e allo stesso modo.
Da Maggio a Settembre Milano è perfetta. Rinasce. Si colora.

Io sono abituata a vedermi immersa nel verde, tutto l'anno.
A sentire sempre il sole sulla pelle, a stare in balcone nuda il mese di Dicembre, non congelarmi ma anzi, abbronzarmi.

Da quando sono qui ho preso il colore pallido dei milanesi. Ho la pelle del viso totalmente diafana e questo non risalta i miei capelli "biondo cenere scuro" e i miei occhi verdi (dal vivo sono esattamente del verde con cui ho colorato i fonts- coff coff ne sono orgogliosa).

Da quando sono a Milano ho imparato a vivere, a non rimandare mai.
In Sardegna i tempi sono dilatati, sembra non passare mai e tu sai che puoi fare benissimo "quella cosa", qualsiasi cosa, anche il giorno dopo.
Qui no.
Qui ti devi muovere, devi "fa andà i man" e "fa balà i oeucc" (muovere le mani e gli occhi,diciamo).
Qui ho imparato a vivere, a reggere lo stress, a stare sola, in mezzo alla folla di piazza Duomo la Domenica.
E a gioire quando "si va al parco".
Se c'è una cosa che non c'è in Sardegna sono i parchi. Noi abbiamo le "pinete", la "campagna". Il Parco non esiste. Disgustorama, il parco.
Però almeno mi sento un po' a casa.

Poi capita che ti iscrivi all'università, e siccome sei spigliata e socievole non impieghi più di un nano secondo a conoscere nuove persone. Luca. Michela. Ilaria. Elena.Alice.
Non li vedi da tanto, però li senti spesso. Parli con loro. Ti informi. Qualcuno è in erasmus, qualcun'altro ha cambiato facoltà, qualcuno è in crisi sentimentale e qualcun'altro lo incontrerai nuovamente Sabato.


Poi incontri uragani furiosi nel web, e cominci a sognare di stritolare l'uragano e i piccoli tsunami che girano attorno.
E di stringere a te personaggi perfetti ma criptici, inarrivabili, inavvicinabili.

Per favore, non andate mai più via dalla mia vita.


Oggi è Pasquetta.
Si era pensato di andare fuori Milano a cercare qualche trattoria e poi vagabondare per la Brianza (ecco, la Brianza è bellissima).
No. I miei amici sardi emigrati hanno deciso di milanesizzarsi.
Oggi si va a Pavia. Io non ho mai visto questa città e quindi sono felice, in fondo.

Voglio conoscere ogni singola città d'italia.
Si comincia da Trieste, no?
E Poi, poi dove mi porterà il mio istinto? E il cuore dove mi porterà?
Io so già dove vorrebbe andare ma attendo risposta.

Stay Tuned.
Click.


This Love Will Carry (Mary Black- written by Dougie McLean)

It's a thin line that leads us
And keeps someone from shame
The dark clouds quickly gather
Along the way they came
There's fear out on the mountain
And death out on the plane
There's heartbreak and heartache
In a shadow of the flame



But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me

The strongest web will tangle
The sweetest bloom will fall
Somewhere in the distance
We try and catch it all
Success lasts for a moment
And failures always near
But you look down at your blistered hands
As turns another year

But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me
But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me


So these days are golden
They must not waste away
Our time is like that flower
And soon it will decay
And though by storms we weaken
Uncertainty is sure
Like the coming of the dawn
It's ours forever more

But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me
But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me
But this love will carry
This love will carry me
I know this love will carry me


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